Parrocchia "SAN GRATO"  Via G. Macchi n.5   Bobbiate - VARESE
LA MADONNINA DI BOBBIATE
QUEL GIORNO NEL BOSCO
Erano i primi mesi che la buona signora Emma passava nella silenziosa casina del Deserto di Bobbiate, quando si dilungò per quelle vallate a scopo di passeggio.

Internatasi nella boscaglia, vide una caverna, uno speco nel monte. Fu ispirazione?
Fu genialità? lo non so. Venne da me il giorno appresso, e, tutta sorridente, raggiante di gioia come un angelo di paradiso, mi disse: "Ho scoperto nei miei boschi una grotta; come vi starebbe bene una grotta di Lourdes!". E quel suo progetto, dopo qualche anno divenne un fatto compiuto. Della sua fede vivissima, della sua pietà e culto verso l'Immacolata, tutti di Bobbiate possono fare testimonianza. La si vedeva spesse volte al giorno prendere la via che conduce alla Grotta e là passare delle ore in preghiera.  La festa annuale del 16 luglio, la chiamava la sua festa.
E la divozione della signora Emma è passata nella tradizione del popolo, così che non si può ricordare la Grotta del Deserto senza associarvi il nome di Emma Macchi Zonda». Parole scritte di getto da don Carlo Gorla, primo parroco di Bobbiate, che raccontano in breve la nascita della nostra "piccola Lourdes". In realtà la concretizzazione dell'idea non fu facile: bisognava bonificare un terreno incolto e a tratti paludoso, rinforzare e modellare a dovere le pareti del singolare incavo roccioso. Nel numero unico realizzato dalla parrocchia per il 50° della Grotta, nel J 952, Cesare Molinari scrisse che il terreno venne «plasmato e trasformato in un luogo adatto» e che «esperti artefici costruirono una piccola Cappella modellata sulla Grotta di Lourdes». Il tutto a spese dei coniugi Macchi, che cominciarono così a beneficare il paese. L'inaugurazione ebbe luogo mercoledì 16 luglio 1902: l'unica foto tramandata ai posteri illustra una Emma Macchi Zonda compita e raggiante, vestita di bianco, circondata da uomini di chiesa, parenti e amici. Chiediamo aiuto a chi c'era per rivivere, a un secolo di distanza, quei fausti eventi, che in qualche modo riscattavano Bobbiate e i bobbiatesi dal solito anonimo tran-tran.
L'INAUGURAZIONE DI UNA GROTTA SACRA
Don Angelo Del Frate, all'epoca parroco di Casbeno (da cui, ricordiamo, fino al 1908 difese la cappellania di Bobbiate), scrisse nel suo Liber Chronicon le seguenti schiette annotazioni su quella giornata memorabile: «J 6 luglio. Oggi fu benedetta la "Grotta di Lourdes" che i pii Signori Macchi Silvio e Zonda Emma hanno a proprie spese costrutta in luogo campestre, vicino alla Cascina Deserto in Bobbiate. Dopo la benedizione della fontana e della Immagine, benedizione data dal Parroco, venne cantata la S. Messa, e dopo quella celebrata un'altra. Funzione riuscitissima. Presente moltitudine straordinaria di divoti. Comunione generale alla Grotta. Discorso del Parroco. Il tutto chiuso a sera con solenne benedizione e discorso del sac. D. Carlo Gorla, coadiutore in luogo».

Più ricca di particolari la testimonianza dell'articolista della Cronaca Prealpina, che nel numero di giovedì 17 luglio 1902 descrisse così l'inaugurazione di quella che subito, per tutti, divenne semplicemente la Madonnina. Sotto il titolo «L'inaugurazione di una grotta sacra a Bobbiate» comparve questo testo, impaginato all'americana, verticalmente colonna per colonna,
Attorno alla grotta corre una cancellata in ferro perfettamente identica a quella che esiste a Lourdes e lì vicino dalla fonte, riprodotta come l'originale del celebre Santuario, l'acqua perenne zampilla da tre bocchette nella vaschetta. Un ampio piazzale appositamente costruito deviando il corso del torrente, sta davanti alla splendida Grotta e tutt'intorno una vegetazione lussureggiante dà al romito luogo un aspetto veramente pittoresco. Stamane, in forma solenne, ebbe luogo l'inaugurazione della Grotta col concorso di una folla numerosa di fedeli che occupava anche il declivio della valle.
Vi prendevano parte i sacerdoti don Angelo Del Frate, parroco di Casbeno col suo canonico don Carlo Realini: don Carlo Gorla, curato di Bobbiate; don Agostino Riboldi, parroco di Basto; don Paolo Lucioni, parroco di Biumo Superiore e don Crispino Sala, parroco di Paina.

Commovente fu il momento in cui, tolto il velo che copriva la nicchia, lo splendido simulacro apparve circonfuso dai raggi del sole penetranti fin laggiù nel fondo dell'ombrosa valle; commoventi pure i canti del popolo accompagnati dalle patetiche note dello armonium, toccato in modo insuperabile dal sac. Sala. Dopo la cerimonia, il sac. don Angelo Del Frate, pronunciò uno splendido discorso veramente alto ed inspirato. La nuova Grotta, diventerà certo la meta di pellegrinaggi».

Nel 1952, nel suo contributo al già citato numero unico, lo stesso don Angelo Del Frate, nel frattempo divenuto prima prevosto di Sesto Calende e poi arciprete del Sacro Monte (Casbeno gli ha intitolato una strada, trasversale di via Castellini: Bobbiate non ha ancora fatto lo stesso per don Gorla ... ), ricordò così quel fausto giorno: «Sono presente con tutto l'animo alla festa ( ... ) per il Cinquantesimo di fondazione della Grotta di Lourdes al Deserto di Bobbiate. Quest'ultima l'ho proprio benedetta io, ed ho qui davanti la nobile figura del Comm. Silvio Macchi, e della sua degnissima consorte, la piissima Signora Emma Zonda, che, a tutte proprie spese, quella grotta fondarono. Come ho qui davanti il caro sacerdote D. Carlo Gorla, anima, in allora, del gran bene che in Bobbiate si faceva. Quanta gente a quella funzione, rallegrata dall'orchestra del Maestro Colleoni e dal canto dei sacerdoti musicisti!».
Sito realizzato da Andrea Candore
Emma Macchi Zonda
come si usava nell'arte tipografica del tempo: «Sul fondo della pittoresca ed ombrosa valle che si apre di fianco alla frazione Deserto di questo comune, venne testè costruita, per la munificente pietà di una benemerita famiglia, una splendida grotta sacra, che è una delle più belle e delle più esatte riproduzioni della grotta di Lourdes. Un antro naturale di conglomerati durissimi, ha servito, diremmo così, di scheletro; la mano dell'uomo poi, sotto una direzione veramente illuminata, e ispirata a uno squisito sentimento del bello, ha compiuto l'opera, con tale perfezione da rendere assolutamente irriconoscibile ciò che non fu opera della natura. Nell'antro maggiore di questa grotta, si innalza un piccolo altare, graziosissimo nel suo stile lombardo antico, disegnato da quella vera illustrazione dell'arte che è il professor cav. Lodovico Pogliaghi. In alto di fianco, spiccante sul fondo oscuro della nicchia, appare la candida figura della Vergine, opera anche questa di squisito valore artistico.